Franchising Energia, Ambiente e Ecologia – A partire da: € 10.000
Impropriamente, chiamiamo “scarto”… “rifiuto”… “pattume”… “immondizia”… ciò che in realtà è una materia prima, ovvero una risorsa preziosa che può essere, dopo un’attenta differenziazione, trasformata e riutilizzata.
Un’idea di business ecologica e all’avanguardia è quella degli Ecopunti, i negozi in franchising che comprano plastica, carta, alluminio, ferro e pet dai privati per rivenderli ai consorzi di riciclaggio. Il progetto è dell’azienda canavese Recoplastica, specializzata nel riciclaggio dei materiali usati, alla quale ci si deve rivolge per avviare un’attività di questo tipo.
L’idea è buona e promette di guadagnare, nel caso in cui siano rispettate alcune condizioni di afflusso materiale, intorno ai 2.000 – 2.500 euro mensili (dati di un’analisi indipendente de “Il Sole 24 Ore”). Tanto buona che nel 2008 il Codacons ha premiato l’Ecopunto come Miglior progetto in campo ambientale e per la tutela del consumatore.
Per aprire un negozio Ecopunto si deve seguire una procedura ben precisa ed avere dei requisiti indispensabili, il tutto sotto la supervisione di Recoplastica, alla quale si deve inviare una e-mail specificando le zone dove si vorrebbe operare e tutti i recapiti.
REQUISITI PER APRIRE UN ECOPUNTO
- Il locale che ospita un negozio Ecopunto deve avere una superficie di almeno 150-200 mq, di cui 50 mq destinati alla parte commerciale ed il resto al magazzino;
- A parte eccezioni, la destinazione urbanistica deve essere artigianale o industriale;
- E’ essenziale che il posto si trovi su una strada trafficata o in una zona di passaggio per invogliare le persone a passare di lì per lasciare i propri rifiuti;
- Anche un parcheggio vicino aiuta ad attirare clienti, che partecipano volentieri se riescono a servirsi di un mezzo per il trasporto dei materiali da conferire;
- Non si devono avere carichi pendenti cioè essere imputati in procedimenti penali;
- essere disposti a seguire un corso di formazione che illustra il funzionamento dell’Ecopunto;
- non avere preclusioni a lavorare in cooperazione.
COSA FARE PER APRIRE UN ECOPUNTO
Per prima cosa Recoplastica analizzerà con uno studio di fattibilità ed un business plan la sostenibilità del vostro progetto. Lo studio si basa sui dati locali della produzioni di materiali fornita da APAT (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi Tecnici) e Ministero dell’Ambiente. Solo nel caso in cui i risultati sono soddisfacenti Recoplastica stipula dei protocolli d’intesa per il conferimento dei materiali ai centri convenzionati e definisce il bacino di utenza basato sulla situazione geo-morfologica e la distribuzione degli abitanti nel territorio interessato. Gli accordi con Comune e Provincia sono necessari in quanto la legge vieta di fare raccolta rifiuti se non si è autorizzati. Quando tutte queste cose sono state fatte parte la collaborazione con l’Autorità d’ambito territoriale che, dopo avere ritirato i rifiuti pagando in base al tonnellaggio, li ripartisce alla rete di consorzi locali. Naturalmente se lo studio di fattibilità non dovesse dare esito positivo non si procede con la fase attuativa.
SPESE PER L’APERTURA
Il canone per l’apertura di un Ecopunto è di 10mila euro che comprende il disbrigo di tutte le pratiche autorizzative necessarie per l’apertura, il corso di formazione, le royalties per il primo anno e l’utilizzo della rete di raccolta dei materiali. In più vanno calcolati: una royalty trimestrale di 300 euro da corrispondere a Recoplastica dall’inizio del secondo anno; il noleggio dei macchinari pari a 350 euro; l’eventuale affitto e le bollette del negozio.
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